Il curatore Paolo Marini presenta il libro edito dal Museo della Guerra Bianca in Adamello
Giovedì 10 novembre 2016, ore 16
DARFO BOARIO TERME (Brescia) - A poco più di 2 mesi dall’inizio del XXIX Raduno Nazionale degli Artiglieri d’Italia, che si terrà a Darfo Boario Terme dal 5 all’8 maggio prossimi, è stato ufficializzato il programma degli appuntamenti, studiati per conciliare il carattere militare dell’evento, con le bellezze turistiche e culturali del territorio della Valle Camonica, per sottolineare ancora una volta la vicinanza fra l’Artiglieria e i cittadini.
Sono infatti previste visite guidate del territorio, momenti d’incontro nelle scuole, conferenze e proiezioni: Quello che si sta organizzando, non sarà soltanto il Raduno di un’Associazione d’Arma, ma una bella occasione d’incontro tra le Forze Armate e la società civile, uniti nel ricordare e celebrare valori fondamentali quali l’amor di Patria, il senso del rispetto e del dovere, l’onore alla Bandiera.
Per non dimenticare
Sabato 30 aprile 2016
Con il patrocinio di:
In collaborazione con:
con la collaborazione dei Gruppi della Valle Intelvi
con la collaborazione dei Gruppi di Temù e di Ponte di Legno
8 MARZO 1916
A cura di Walter Belotti
INVITO Alla presentazione del volume “Alla scoperta della Frontiera Nord” Otto spunti di turismo storico-militare tra Varese, Como, Lecco, Sondrio e Canton Ticino, prodotto dal Progetto For.Ti-Linea Cadorna nell’ambito del programma Interreg
Interverranno: Elisabetta Parravicini presidente ERSAF Guido Rovi Provincia di Como Antonio Trotti conservatore del Museo della Guerra Bianca Andrea Pozzi ERSAF
Nell’occasione ERSAF donerà alla Provincia di Como copie del libro da inserire nel Sistema Bibliotecario.
Alla scoperta dei manufatti della Prima Guerra Mondiale
Prezzo: euro 20,00
Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC)
Un volume dedicato a 27 suggestivi itinerari storico-escursionistici tra le montagne lombarde, teatro degli avvenimenti di una guerra che ha profondamente segnato un'epoca.
I testi del volume sono completati da una ricca documentazione fotografica a colori dell'autore e da un'interessante raccolta iconografica di immagini d'epoca facenti parte dell'archivio storico del Museo.
La porzione più occidentale del fronte italo-asburgico della Prima Guerra Mondiale coinvolse il margine orientale del territorio Lombardo, per una profondità di alcune decine chilometri e un'ampiezza di oltre 170. Si tratta di un territorio montuoso, prevalentemente di media e alta quota: fu qui che ebbero luogo le battaglie più alte della Grande Guerra, fu qui che la guerra trovò una connotazione tanto specifica da meritare, fin da allora, il nuovo appellativo di "Guerra Bianca".
In molte zone di pianura, dove certamente le battaglie furono più cruente, i segni della guerra sono stati da tempo cancellati dalla volontà di ricostruire, dal desiderio di riprendere a vivere e a coltivare dopo la distruzione di campi, case e vite umane. Nei territori di media e alta quota dell'arco alpino le profonde ferite lasciate dalla guerra non sono ancora completamente rimarginate, sebbene stiano scomparendo nel lento ma inesorabile processo della natura che, via via, si riprende postazioni, trincee, baracche e tutti i ricordi che questi manufatti rappresentano e custodiscono.
Il volume di Walter Belotti, socio fondatore e oggi Presidente e Direttore Amministrativo del Museo della Guerra Bianca in Adamello, ci aiuta nel recuperare con curiosità e passione un tassello di storia e di umanità da non perdere: questa guida offre infatti al lettore diverse possibilità per la riscoperta di manufatti e frammenti di storia disseminati lungo l'ex linea di confine della Prima Guerra Mondiale in territorio lombardo. Steso con linguaggio efficace e facilmente comprensibile, il volume fornisce al lettore numerosi spunti per la corretta lettura delle tracce lasciate dalla guerra.
E proprio per la vastità del territorio e la ricchezza delle testimonianze materiali che vi si trovano, il volume – insieme al secondo – non pretende di esaurire la presentazione di tutto il patrimonio presente. Anzi, non può che essere tra i primi di una collana che, con gli anni, potrà accompagnare gli appassionati delle nostre montagne alla scoperta di nuovi itinerari attraverso i luoghi della memoria.
Luoghi e manufatti che costituiscono un'eredità pesante, costata immani fatiche di sudore e di sangue da parte dei contendenti di entrambi gli eserciti in lotta, uomini delle stesse montagne divisi da un confine, una linea ideale che divenne di ghiaccio, roccia e filo spinato. Oggi, proprio grazie agli interventi di salvaguardia che da tempo si stanno attuando con tale spirito di collaborazione e con le indicazioni storiche e di percorso come quelle contenute in questo volume, è possibile rivisitare le vecchie linee di confine con la coscienza di cosa esse siano state e apprezzare la tecnica dell'uomo che seppe sfruttare le diverse pieghe della montagna per costruire strade e ricoveri, la maestria del semplice muratore che, vestito da soldato, con la sola e perfetta posa di pietre a secco seppe realizzare opere militarmente importanti, ma soprattutto splendide e perfettamente integrate nell'ambiente e che hanno saputo resistere non solo alla furia dei combattimenti ma anche al successivo, lungo, abbandono.
Il volume propone con una formula nuova e avvincente un viaggio nella storia del territorio lombardo e delle sue genti. La meticolosa scoperta, l'approfondito studio e l'attenta valorizzazione dei segni della Prima Guerra Mondiale presenti come ferite sulle nostre montagne, consentono oggi di proporre un nuovo modo di fare turismo e cultura, insieme. Oltre a rivolgere l'attenzione alle preziose valenze paesaggistiche di una natura che spazia dalle tiepide acque del Lago di Garda ai perenni ghiacciai dello Stelvio, e inseguire le tracce di architettura militare lasciate con umiltà in ogni anfratto delle montagne contese, questo testo propone un modo di frequentare il territorio fatto di maggiore attenzione ai particolari e di grande rispetto per il lavoro, la fatica e i sacrifici che questi manufatti portano con sé. Ogni percorso proposto nel volume reca un proprio specifico inquadramento storico, sì da dar voce alla gran moltitudine di manufatti militari che vi si incontrano. Le testimonianze della Grande Guerra combattuta in Lombardia sono infinite: ogni strada, ogni sentiero, ogni trincea o muretto di sassi narra la storia di uomini, italiani, austriaci, ungheresi, persino russi, costretti a lasciare la propria terra, la propria casa, i propri affetti, per combattere una guerra insensata che essi stessi non erano in grado di comprendere. Oggi spetta a noi, che possiamo e dobbiamo muoverci sul territorio con una nuova consapevolezza, interpretare questi manufatti e saper leggere questa storia sia come momento di crescita culturale, sia e soprattutto quale momento di profonda riflessione.
Sommario:
pag. 4 | Presentazione |
pag. 6 | Prefazione |
pag. 8 | Introduzione – Il modello “Parco Culturale Integrato” e percorsi alternativi di turismo culturale in Lombardia |
pag. 14 | Il Museo della Guerra Bianca in Adamello |
pag. 20 | Il Parco Culturale Integrato “La Guerra Bianca: il suo territorio, le sue genti” |
pag. 24 | La Prima Guerra Mondiale dal Passo dello Stelvio al Lago di Garda |
pag. 45 | Gli itinerari |
pag. 46 | 1) Dal Giogo di Santa Maria (IV Cantoniera) alla Bocchetta di Forcola e alla punta di Rims |
pag. 54 | 2) Da Santa Lucia al Forte Venini al Dossaccio |
pag. 62 | 3) Da Cresalva al Forte Serioli ai Canali |
pag. 70 | 4) Dal Rifugio Berni al Bivacco Ortles |
pag. 78 | 5) Dal Rifugio Bonetta all’Anticima del Monte Gavia |
pag. 86 | 6) Dal Passo del Tonale alla Cima Cadì |
pag. 98 | 7) Dal Passo del Tonale alla Cima Castellaccio |
pag. 112 | 8) Dal Passo Paradiso al Passo Pisgana, lungo il “Sentiero dei Fiori” |
pag. 126 | 9) Da Sant’Apollonia al Passo delle Gràole |
pag. 134 | 10) Da Case di Viso alla Punta di Ercavallo |
pag. 144 | 11) Da Case di Viso al Rifugio Bozzi |
pag. 154 | 12) Dal Passo del Tonale al Monte Tonale Orientale |
pag. 162 | 13) Da Ponte di Legno alla Baita del Pastore |
pag. 172 | 14) Da Cané alla Bocchetta di Val Massa |
pag. 180 | 15) Da Fondovalle al Rifugio Garibaldi |
pag. 190 | 16) Dal Passo Paradiso alla vetta di Cresta Croce |
pag. 198 | 17) Da Tu a cima Rovaia |
pag. 206 | 18) Da Incudine al Davenino |
pag. 212 | 19) Dal Mortirolo al Monte Pagano |
pag. 220 | 20) Dalla Malga Lincino al Passo di Forcel Rosso |
pag. 226 | 21) Dalle Case di Val Paghéra al Passo e Cima Monoccola |
pag. 236 | 22) Dalla Ràsega in Valsaviore al Passo di Campo |
pag. 244 | 23) Dalla Malga Cadino della Banca al Lago della Vacca |
pag. 250 | 24) Dal Rifugio Nikolajewka al Passo del Termine |
pag. 256 | 25) Da Schilpario al Rifugio Tagliaferri |
pag. 264 | 26) Dai Fienili di Rest alla Cima Tombea |
pag. 272 | 27) Dal Passo Nota alla Bocca dei Fortini e sul Monte Carone |
pag. 278 | Bibliografia |
pag. 279 | Biografia dell’Autore |
Prezzo: euro 62,00
Un’affascinante sguardo sulle origini dell'esplorazione alpina e storico preludio alla Prima Guerra Mondiale.
Il Massiccio montuoso dell'Adamello, pur non detenendo il primato delle maggiori quote sull'arco alpino fu, nella metà dell'Ottocento, l'ultimo importante Gruppo di alte montagne a essere esplorato dall'uomo.
La pressoché totale sconoscenza dei luoghi, ignorati dalle timorate e superstiziose popolazioni vallive; le difficoltà alpinistiche dettate dalla conformazione del terreno e dalle quote elevate, superiori ai 3.000 metri; ma, soprattutto, l'immensa area glaciale di cui è (o era) ricoperto, rendendolo un luogo inospitale; fecero scrivere ai Pionieri dell'alpinismo ottocentesco affascinanti pagine di avventura. Un'epopea indimenticabile che ne precedette un'altra, anch'essa indimenticabile, drammatica, quella della Grande Guerra 1915-1918.
La pregiata opera Adamello, il tempo dei pionieri, è la grande fatica storico-documentale e fotografica di uno scrittore storico e di un fotografo innamorati delle montagne adamelline, alle quali hanno dedicato gran parte della loro vita: Vittorio Martinelli e Danilo Povinelli.
Corredato da superbe fotografie d'epoca e moderne, il volume inizia con la descrizione generale degli aspetti delle montagne interessate, prosegue con la narrazione di miti e leggende sorti intorno ad esse, rammenta le prime sommarie esplorazioni, si sofferma sugli epici anni dell'alpinismo nella seconda metà dell'Ottocento, per poi giungere fino al 1914 con interessanti ricostruzioni delle prime antropizzazioni di queste montagne - rifugi e bivacchi Club Alpino Italiano (C.A.I.) e della Società degli Alpinisti Tridentini (S.A.T.).
pag. 3 | Ringraziamenti |
pag. 7 | Premessa |
pag. 11 | 1. Gli aspetti generali del Gruppo. L'aspetto fisico. La geologia. Il clima. I ghiacciai. La flora. |
pag. 31 | 2. Sulle montagne ancora inesplorate: diavoli, streghe, leggende |
pag. 49 | 3. Per primi sulle montagne del Gruppo: rilevatori catastali - cartografi - geologi - glaciologi - naturalisti |
pag. 55 | 4. Luigi Fantoma, «Re di Genova» e il primo tentativo di salita sull'Adamello |
pag. 59 | 5. Julius Payer e il suo primo tentativo - fallito - di salire sull'Adamello |
pag. 77 | 6. Julius Payer per primo sull'Adamello: 15 settembre 1864 |
pag. 99 | 7. Altre imprese di Payer nella «campagna» 1868 |
pag. 121 | 8. Luglio 1866: l'odissea di tremila Garibaldini al Lago di Campo |
pag. 131 | 9. Gli Alpini |
pag. 139 | 10. La «Società degli Alpinisti Tridentini», i suoi rifugi, gli irredentisti e lo spionaggio patriottico |
pag. 165 | 11. I Tedeschi al Mandrone |
pag. 177 | 12. La quarta salita all'Adamello, prima italiana: 24 agosto 1871 |
pag. 193 | 13. la Sezione di Brescia del C.A.I., la S.A.T. di Trento. L'incontro storico del 1875 tra bresciani e trentini sulla vetta dell'Adamello |
pag. 219 | 14. I rifugi della Sezione di Brescia del C.A.I. |
pag. 235 | 15. Guide alpine, villaggi e alberghi nelle valli Camonica e Rendena |
pag. 247 | 16. Alpinisti inglesi e alpinisti tedeschi: due mentalità, due metodi |
pag. 251 | 17. L'alpinismo «moderno» fino al 1914 |
pag. 265 | 18. La prima impresa sci-alpinistica: 22-26 marzo 1902 |
pag. 281 | 19. Le vie di salita alla vetta dell'Adamello fino al 1914 |
pag. 283 | 20. L'Austria si prepara alla guerra |
pag. 299 | NOTE |
pag. 307 | APPENDICE: LA TOPONIMIA DELL'ADAMELLO (di Dante Ongari) |
pag. 313 | BIBLIOGRAFIA |
Vicissitudini avventurose di vecchi cannoni
Prezzo: euro 49,00
Questo volume curato dal noto storico e giornalista Vittorio Martinelli, insieme ai contributi di John Ceruti, Antonio Trotti e della sapiente raccolta di immagini del fotografo Danilo Povinelli, traccia la storia, spesso avventurosa, di alcuni cannoni che, utilizzati durante la Grande Guerra sul fronte dell'Adamello-Presanella, sono giunti superstiti fino a noi sia fisicamente sia solo nella memoria: dal famoso pezzo da 149G di Cresta Croce, ai cannoni dei monumenti della Val Rendena, dal "Giorgio" austriaco fino al magnifico 10.4 cm Skoda recuperato nel 2003 dai ghiacci della Val Nardis.
pag. 4 | Avvertenze |
pag. 5 | Ringraziamenti |
pag. 7 | Premessa |
pag. 9 | 1. Cannoni sulle montagne; il traino spettacolare di un 149 G l'«Ippopotamo» |
pag. 33 | 2. L'«Ippopotamo»: com'era e come sparava |
pag. 37 | 3. L'«Ippopotamo» sulla Cresta Croce |
pag. 51 | 4. L'«Ippopotamo» nel dopoguerra |
pag. 77 | 5. «Giorgio»: vecchio obice austriaco valoroso e sfortunato |
pag. 107 | 6. Cannoni in Val Rendena oggi |
pag. 179 | 7. Estate 2000: sulla Presanella un cannone emerge dal ghiacciaio |
pag. 189 | 8. L'eccezionale trasporto del Cannone della Presanella in un dettagliato documento militare austro-ungarico del 1918 |
pag. 311 | 9. Agosto 2003, un'impresa complessa: il recupero del cannone sulla Presanella |
pag. 227 | 10. Tre eccezionali imprese d'artiglieria a raffronto |
pag. 231 | Appendice A: Documenti |
pag. 239 | Appendice B: Nozioni tecniche |
pag. 239 | B1 - Cannone da 149 G |
pag. 248 | B2 - Le caratteristiche del cannone di Nardis |
pag. 250 | B3 - Cannoni ex austriaci di preda bellica |
pag. 251 | B4 - La canna dell'Obice di Borzago |
pag. 253 | B5 - Obici di Pinzolo - Carisolo – Pelago |
pag. 267 | Bibliografia essenziale |
pag. 267 | Referenze fotografiche |
pag. 268 | Indice dei nomi di persona |
I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l’Età Moderna e la Grande Guerra – 1
Prezzo: euro 20,00
L’autore, Walter Belotti, tanto tempo fa, cominciò a scrivere partendo dal particolare, dal piccolo segno; un segno che si poteva trovare sulle montagne vicino a casa, un segno lasciato dagli uomini durante la guerra; e di fronte a tale segno - un muro a secco, un selciato, qualche ferro sparso, i resti incredibilmente intatti di una trincea – l’Autore si è stupito e di tale stupore, col proprio lavoro, ha voluto far partecipi gli altri.
Per questo, nei suoi scritti, Belotti ci ha fatto scoprire mille di questi dettagli, prima in Alta Valle Camonica, poi, a forza di camminare per strade, mulattiere e sentieri militari e di macinare giornate sui documenti d’archivio, ha saputo guidare il lettore alla riscoperta di strutture, manufatti, opere difensive diffuse sul territorio del fronte della Grande Guerra combattuta in Lombardia, della Guerra Bianca. Un territorio vasto e complesso che dal Passo dello Stelvio giunge alle sponde del Lago di Garda, in un continuo susseguirsi di creste e vallate, su un’area di oltre 4000 Kmq; e, ancora, Belotti ha provato, e ci ha fatto provare stupore, per la qualità dei manufatti, per l’eccezionalità del loro stato di conservazione e per la bellezza dell’ambiente di alta e media quota nei quali sono incastonate le tracce della storia.
Con questo volume lo sguardo e lo stupore si elevano oltre, superano i confini del fronte della Guerra Bianca per cogliere, in un percorso ideale di crescita, gli elementi più imponenti dell’intero sistema difensivo italiano messo in opera sul territorio della Lombardia nei primi quindici anni del Novecento: le batterie corazzate, grandi opere fortificate realizzate per difendere i punti strategici della linea di confine nazionale, a rsso dell’esplosione della guerra europea.
Viene spontaneo chiedersi se nessuno le avesse mai viste prima di oggi, queste imponenti opere: migliaia di metri cubi di cemento, pietra lavorata, acciaio… certamente in tanti le hanno viste, ma forse non guardate, non comprese a fondo come meriterebbero. Il turista distratto, come l’abitante locale appassionato delle cose della propria terra, coloro che per svago o per lavoro frequentano il territorio, difficilmente possiedono strumenti adeguati per cogliere a pieno le valenze storiche, tecniche, umane di queste opere di tempi non lontani, ma oggetti difficili e inesplicabili nella loro realtà materiale, per la loro destinazione ad una realtà per noi ormai remota.
Il libro è una sorta di antologia delle grandi opere fortificate moderne lombarde che, per la prima volta, ne propone una visione d’insieme, analizzandole nella realtà storica e nello stato attuale.
Scopriamo, ad esempio, un’eccellenza del patrimonio lombardo: due delle sei batterie corazzate presenti in Lombardia, i Forti Montecchio Nord e Dossaccio di Oga, sono le meglio conservate tra le 48 costruite in Italia e le altre decine realizzate in Europa ai primi del Novecento.
Mentre le altre opere sono state, immancabilmente, in tutto o in parte, saccheggiate dagli uomini, invase dalla vegetazione, demolite dal tempo, qui si conservano ancora le pietre sapientemente lavorate, i serramenti funzionanti, gli impianti elettrici e di ventilazione e, fra gli elementi più caratteristici, le massicce e imponenti cupole corazzate. Montecchio Nord è, sopra tutti, l’unico che conserva intatti i propri pezzi d’artiglieria originali.
pag. 7 | Presentazione |
pag. 9 | Prefazione |
pag. 12 | Introduzione: La costosa illusione della difesa passiva dei confini nazionali |
pag. 16 | Il Museo della Guerra Bianca in Adamello |
pag. 16 | Le finalità |
pag. 16 | Le attività |
pag. 18 | Le modalità operative |
pag. 19 | Prospettive |
pag. 19 | Informazioni |
pag. 20 | La batteria corazzata tipo Rocchi di Antonio Trotti |
pag. 23 | I. Il Forte “Lusardi” al Montecchio Nord di Colico |
pag. 23 | Inquadramento |
pag. 24 | Progetti e realizzazioni |
pag. 32 | Storia |
pag. 39 | Caratteristiche costruttive |
pag. 60 | I graniti del Forte |
pag. 64 | Il Forte come risorsa turistica |
pag. 66 | Scheda generale |
pag. 67 | Itinerario 1 – Dalla stazione di Colico a Forte Montecchio Nord |
pag. 69 | II. Il Forte “Sertoli” ai Canali |
pag. 69 | Inquadramento |
pag. 70 | Storia |
pag. 80 | Prospettive |
pag. 80 | Caratteristiche costruttive |
pag. 95 | La viabilità militare di accesso al Forte |
pag. 98 | Scheda generale |
pag. 99 | Itinerario 2 – Da Cresalva al Forte ai Canali |
pag. 101 | III. Il Forte “Venini” al Dossaccio di Oga |
pag. 101 | Inquadramento |
pag. 101 | Storia |
pag. 116 | Caratteristiche costruttive |
pag. 134 | Scheda generale |
pag. 135 | Itinerario 3 – Da Santa Lucia al Forte al Dossaccio di Oga |
pag. 137 | IV. Il Forte al Monte delle Scale |
pag. 137 | Premessa |
pag. 137 | Inquadramento |
pag. 139 | Storia |
pag. 139 | Le caratteristiche costruttive |
pag. 148 | Scheda generale |
pag. 149 | Itinerario 4 – Dalle Torri di Fraele al Forte del Monte delle Scale |
pag. 153 | V. Il Forte di Corno d’Aola |
pag. 153 | Inquadramento |
pag. 154 | Storia |
pag. 172 | La strada militare per il Forte di Corno d’Aola |
pag. 174 | Scheda generale |
pag. 175 | Itinerario 5 – Da Ponte di Legno al Forte di Corno d’Aola |
pag. 177 | VI. Il Forte di Cima Ora |
pag. 177 | Inquadramento |
pag. 178 | Storia |
pag. 182 | Caratteristiche costruttive |
pag. 186 | Scheda generale |
pag. 187 | Itinerario 6 – Dal Passo del Marè al Forte di Cima Ora |
pag. 187 | VII. Il Forte di Valledrane |
pag. 189 | Inquadramento |
pag. 189 | Storia |
pag. 208 | Caratteristiche costruttive |
pag. 214 | Scheda generale |
pag. 215 | Itinerario 7 – Al Forte di Valledrane |
pag. 216 | Cartina con la dislocazione dei Forti |
pag. 218 | Dati tecnici sulle artiglierie dei forti lombardi di John Ceruti |
pag. 219 | I cannoni da 149 G |
pag. 222 | I cannoni da 149 A |
pag. 226 | I cannoni da 149 S |
pag. 228 | I cannoni da 120/40 Armstrong |
pag. 230 | Considerazioni sulle batterie corazzate |
pag. 231 | Dati sulle munizioni |
pag. 239 | Bibliografia |
pag. 241 | Biografia |
Lettere dalla Grande Guerra dei fratelli Antonio, Piero e Vittorio Leidi
Prezzo: euro 50,00
Un’interessante ed efficace opera che, attraverso la trasposizione di lettere, cartoline e numerose fotografie in gran parte inedite, ripercorre nel suo insieme l’esperienza di vita vissuta nell’ambito bellico dai tre fratelli Leidi: bergamaschi, tutti e tre alpini, decorati e uniti dal benevolo destino che ha concesso loro di tornare in famiglia a ostilità concluse. Una sorte ben diversa di quella che ha toccato i loro più famosi conterranei, amici e commilitoni in alcune battaglie: i fratelli Calvi.
pag. 3 | Premessa dell’autore |
pag. 5 | Introduzione |
pag. 10 | Antonio Leidi nato nel 1895, morto nel 1972 |
pag. 16 | Piero Leidi nato nel 1894, morto nel 1955 |
pag. 18 | Vittorio Leidi nato nel 1899, morto nel 1965 |
pag. 20 | Persone che si incontrano durante la lettura |
pag. 23 | 1915 |
pag. 73 | 1916 |
pag. 165 | 1917 |
pag. 223 | 1918 |
pag. 275 | 1919 |
pag. 294 | Alla morte di Antonio Leidi |
pag. 294 | Alla morte di Piero Leidi |
pag. 296 | Alla morte di Vittorio Leidi |
pag. 300 | Ringraziamenti |
pag. 301 | Bibliografia |
pag. 302 | Proprietà fotografiche |
pag. 303 | Indice |