L'attività del Museo consiste nel censimento, recupero, catalogazione, classificazione, conservazione e valorizzazione dei beni storico-militari relativi alla Guerra Bianca, siano essi mobili (oggetti, reperti, beni archivistici, manoscritti, documenti stampati, fotografici e cinematografici, ecc.), oppure immobili (fortificazioni e manufatti militari permanenti e campali, strade e sentieri militari, cippi, e iscrizioni), insistenti sul territorio relativo ai settori operativi d'alta e media quota che dal Passo dello Stelvio si estendono fin quasi al Lago di Garda.
Il patrimonio storico del Museo è in costante aumento, sia grazie alle donazioni di oggetti, fotografie e documenti da parte di visitatori, collaboratori e amici, sia e soprattutto grazie all'intensa e difficoltosa attività di recupero dei beni dalle aree glaciali e periglaciali svolta con passione e professionalità dal personale tecnico scientifico del Museo.
Ma il patrimonio del Museo non si limita agli oggetti: la valorizzazione del patrimonio avviene sia per mezzo della gestione delle collezioni, sia e soprattutto nell'ambito dello sviluppo di un museo allargato al territorio: le due attività, integrandosi in un vero e proprio Museo Territoriale, consentono di approfondire la ricerca sui beni e sui documenti, nonché la trasmissione delle conoscenze acquisite, tramite numerosi incontri con le scuole, la scelta di itinerari didattici e percorsi educativi, la progettazione finalizzata al recupero di manufatti, la divulgazione con strumenti multimediali.
Il modo di operare del Museo, fino ad ora basato esclusivamente sul contributo di lavoro volontario prestato dai suoi soci, è professionale, grazie a metodi di gestione razionali e tecniche operative scientificamente collaudate.
In merito alla tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale il Museo della Guerra Bianca in Adamello si pone di fatto come punto di riferimento e guida, mettendo il proprio bagaglio culturale a disposizione di altre realtà private ed istituzionali che con esso condividono l'ambito operativo, sia mediante la pubblicazione di opere frutto dell'attività museale, sia tramite collaborazioni dirette e consulenze.
L'operato del Museo si svolge inoltre con la conservazione e la gestione di una ampia biblioteca specializzata e di un archivio cine-fotografico ove sono raccolti in grande quantità documenti e immagini sulla Grande Guerra in alta quota
Costituiscono parte integrante delle attività del Museo una serie di iniziative culturali come:
Per le relazioni annuali ed i bilanci annuali del Museo.
Nell'ambito delle finalità del suo statuto l'Associazione che gestisce il Museo si occupa della tutela e valorizzazione dell'etnologia della Valle Camonica con una particolare attenzione al territorio dell'Alta Valle.
In particolare è da segnalare la collaborazione prestata nel 2001 per l'allestimento della mostra organizzata dal Comune di Temù: "Un abitato dell'età del Ferro a Temù" , esposizione dei materiali e delle ricerche relative al ritrovamento dei resti di un'abitazione degli inizi del V secolo a.C. in località Desèrt, nel territorio del Comune stesso.
L'esperienza maturata sul campo, affinata con la ricerca storica e scientifica, pone oggi il Museo della Guerra Bianca in Adamello come ente di riferimento e guida nella tutela del patrimonio storico-culturale della Prima Guerra Mondiale in Lombardia. Il Museo ha rapporti di collaborazione con la Regione Lombardia e la Provincia Autonoma di Trento ed il bagaglio tecnico-scientifico del Museo è messo a disposizione di altre realtà culturali del settore, di dimensioni più importanti, come il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, i Civici Musei d'Arte e Storia di Brescia e la Soprintendenza di Trento, strutture con le quali il Museo coopera per la realizzazione di progetti sia locali sia di respiro più ampio.
Dalla primavera 2001 il Museo della Guerra Bianca in Adamello fa parte della Rete dei Musei per la Storia in Lombardia creata nel 2000 nell'ambito di un progetto della Rete Culturale e dell'Unità Operativa Musei della Regione Lombardia.
Il museo ha nel tempo realizzato una serie di mostre fotografiche tematiche relativamente a veri argomenti della Guerra Bianca: tali mostre valorizzano una parte del patrimonio fotografico d’epoca presente negli archivi del museo o illustrano elementi particolari del teatro di guerra lombardo.
Tali mostre possono essere noleggiate per allestimenti temporanei. A questo link potete trovare la descrizione delle mostre disponibili e le modalità di noleggio.
La pubblicazione di studi e ricerche è tra le attività primarie della divulgazione storico-scientifica svolta dal Museo. Grazie al continuo lavoro di ricerca in archivi pubblici e privati svolta da soci e collaboratori del Museo la storia inerente la “Guerra Bianca” e il territorio Lombardo su cui si è svolta è continuamente arricchita da nuove testimonianze. Tutte le pubblicazioni, salvo esaurimento, sono disponibili presso il Museo e presso il Bookshop online
Il Museo della Guerra Bianca in Adamello mette a disposizione dei propri utenti un servizio libreria con ordinazione on-line dove reperire libri, materiali multimediali e altri oggetti relativi alla Guerra Bianca, al suo territorio ed al suo contesto storico, paesaggistico ed ambientale.
Le pubblicazioni proposte, alcune realizzate in proprio dal Museo, sono spesso difficili da reperire altrove, salvo presso alcune librerie specializzate.
La nuova sede del Museo della Guerra Bianca in Adamello si colloca nel centro di Temù, in Via Roma 40, prospiciente alla panoramica terrazza posta tra la chiesa parrocchiale e il Municipio, di fronte alla stupenda Val d’Avio, naturale porta d’accesso all’Adamello e ad alcuni dei campi di battaglia della Guerra Bianca.
Il visitatore che accede al Museo viene accolto nel locale reception nel quale si trova la biglietteria, il deposito degli zaini e borse, e un’ampia vetrina con le pubblicazioni in vendita relative alla Grande Guerra. Superata la tenda d’ingresso all’esposizione, che funge da soglia per questo tuffo nella storia, il visitatore è immerso in quello che era il nuovo ambiente per i soldati trapiantati dalle loro case a una nuova e diversa abitazione tra le vette. Sulla destra è infatti esposta una baracca prefabbricata modello Damioli, probabile unico esemplare conservato nei musei che si occupano di tale periodo storico, recuperata ad oltre 3.400 metri di quota e accuratamente restaurata ed allestita.
Il percorso espositivo si pone quale un immaginario “viaggio” del visitatore attraverso gli elementi caratteristici della “Guerra Bianca”. Per questo i beni musealizzati sono presentati con un ordine specifico e rappresentativo delle fasi di progressiva immersione nel tema della grande guerra in alta quota. Tutto il percorso è illustrato da ampi pannelli esplicativi multilingue (italiano, inglese, tedesco) nei quali i testi scritti in colore nero su sfondo bianco rappresentano la narrazione dell’argomento esposto, mentre i testi scritti in colore bianco su sfondo nero sono parte del patrimonio storico stesso in quanto sono testimonianze scritte durante la guerra dagli uomini che la vissero in prima persona e riportate nel percorso di visita per la loro valenza e aderenza al tema trattato.
In fronte a questa un forno da campo modello Weiss, collocato durante la guerra nei fondovalle, lungo le vie di accesso alle prime linee e utilizzato per la per la cottura del pane da destinare alle truppe in quota. Pannelli con testi ed immagini introducono l’argomento molto particolare della guerra sul fronte alpino, in particolare sul fronte Lombardo: il più elevato fronte di tutta la Prima Guerra Mondiale, mentre su uno schermo passano in visione centinaia di immagini d’epoca relative agli alloggiamenti d’alta quota. Minaccio
samente posto in fronte al visitatore, a significare la cruda realtà della guerra, spicca un cannone italiano da 75mm Deport modello 1911 contornato da gigantografie di artiglieri presso il deposito delle munizioni e intenti al caricamento dei proietti.
La restante parte del grande ambiente espositivo al piano terra è dedicata all’esposizione di accessori e del munizionamento d’artiglieria, sia italiano sia austriaco, impiegato sul fronte d’alta quota: sono esposti oltre 190 diversi tipi di proietti spaziando dal più piccolo 25mm al più grosso 30,5cm. Si tratta certamente di una tra le più vaste ed organiche collezioni di munizioni d’artiglieria esposte in Italia, ma l’aspetto assolutamente peculiare di tale esposizione è rappresentato dal vastissimo assortimento di casse da trasporto di tali munizioni, molte di esse caratterizzate dalle originali scritte di produzione e identificazione, e che, nel complesso, danno anche il senso della fatica del loro maneggio e trasporto fino alle posizioni più elevate del fronte. Su uno schermo vengono proposte immagini dello sforzo fatto per issare e utilizzare pezzi d’artiglieria sul fronte dei ghiacciai.
Sullo stesso piano si può entrare nella sala proiezioni/conferenze nella quale il visitatore può riposarsi nel visionare vari documentari inerenti la Guerra Bianca, nei quali vengono illustrate con immagini d’epoca le battaglie sul fronte glaciale e con immagini attuali sono presentate alcune delle testimonianze più significative sparse sul territorio e ancora oggi visitabili.
Un ascensore, ma più significativamente una scala in granito, conducono al piano superiore: tale salita assume anche valore simbolico a richiamo delle immense fatiche fatte dai militari per salire sulle posizioni più elevate. La prima parte del piano superiore è dedicata all’esposizione delle slitte utilizzate per i trasporti in area glaciale: si tratta di una collezione unica al mondo, con oltre 20 diversi esemplari esposti, sia italiani sia austriaci: dagli slittini trainati da un solo uomo, alle grandi slitte da carico trainate da muli, dalle veloci slitte trainate da cani, alle specifiche slitte realizzate per il trasporto di cannoni e altri materiali. Nelle grandi vetrine di cristallo completano l’esposizione basti da trasporto a spalla e materiali da lavoro, tutti oggetti rinvenuti in varie aree del fronte d’alta quota, che, assieme alle immagini proposte da un altro schermo, raccontano le grandi fatiche sopportate dai militari per sopravvivere e combattere a quelle altitudini. Elementi unici di tale esposizione sono certamente i pattini per cannone italiano da 70 Mont. e un bracere a rullo utilizzato per livellare il ghiaccio della pista ove dovevano scorrere le veloci slitte trainate dai cani.
Lasciato l’ampio spazio dedicato all’area glaciale, il percorso volge a destra e appare in tutta la sua imponenza una rarissima stazione di rinvio di teleferica italiana Ceretti e Tanfani. Elemento primario dell’esposizione, è il frutto di un complesso lavoro di recupero in quota e di una altrettanto impegnativa opera di restauro conservativo e di riallestimento. Particolarmente significativa la presenza del carrello appositamente realizzato per usi militari per il trasporto di una barella portaferiti.
In corrispondenza della fine della teleferica, dove nella realtà del fronte si ammassavano i materiali necessari sia per la sopravvivenza dei militari, sia per l’impiego in combattimento, il percorso si stringe a simboleggiare lo spazio ristretto delle trincee, e le teche successive, volutamente più ricche di piccoli oggetti frutto di anni di ricerche, mostrano la quotidianità della vita dei soldati italiani ed austriaci in prima linea, con le comuni difficoltà di sopravvivere e combattere in alta quota, a temperature che durante l’inverno raggiungevano anche i 40 gradi sotto zero. Sono qui esposte divise e attrezzi da scavo, armi portatili e scatolette di cibo in conserva, casse di munizioni e materiale sanitario a rappresentare che in ogni trincea si viveva, si lavorava, si mangiava e si moriva. Ogni oggetto, attraverso un’adeguata didascalizzazione, fa parlare di sé e di quanti se ne sono serviti, e racconta uno spaccato di storia intrisa di sacrifici e sofferenza.
Il percorso di visita prosegue quindi nell’ideale trincea, rappresentata da un lato da teche contenenti armi ed attrezzature per il combattimento ravvicinato, dall’altro da una grande teca ove sono stati riallestiti due tratti di trincea (uno italiano ed uno austriaco) utilizzando esclusivamente materiali originali provenienti dal fronte dei ghiacciai, oggetti quindi estremamente rari e qui esposti in ottime condizioni di conservazione. Tale riallestimento è stato pensato per mostrare la visione dall’interno della trincea con lo scopo di cercare di rendere quel senso di protezione che provavano i militari all’interno delle stesse,. in palese contrasto con l’esposizione ed il pericolo che provavano standone al di fuori. Al termine delle trincee infatti, uno sbarramento di reticolato, anch’esso originale e recuperato in quota, impedisce il percorso del visitatore e raffigura realisticamente l’ultimo ostacolo che i soldati dovevano affrontare durante l’assalto alle posizioni avversarie: la linea dei reticolati fu per moltissimi combattenti la soglia del non ritorno.
Volgendo a destra, una tenda semiaperta, al pari di quella incontrata all’inizio del percorso di visita, fa tornare il visitatore dal viaggio nella storia finora fatto e lo lancia nell’ultima sala: grande, praticamente vuota, tutta nera, in cui fanno contrasto quattro bianchissime croci in cemento provenienti da uno degli otto cimiteri militari presenti in Alta Valle Camonica: questo ampio spazio, solo apparentemente vuoto, chiude l’esposizione proponendo una profonda riflessione sul vero significato della guerra: tragedia, morte, distruzione. Aiutano in questo due immagini che mostrano la distruzione dell’uomo e della sua civiltà abbinate a toccanti parole di Giuseppe Ungaretti e di Gian Maria Bonaldi. Certamente molto significativa l’immagine del cimitero militare di Temù che era stato realizzato proprio dove oggi sorge il Museo: un legame strettissimo tra allora e oggi per garantire la memoria di quei tragici eventi.
Usciti dalla stanza della riflessione, una ampia sala è dedicata alle mostre temporanee mentre, attraverso le immagini proiettate su uno schermo, viene presentato l’ampissimo patrimonio culturale relativo alla Prima Guerra Mondiale diffuso sul territorio della Regione Lombardia.
Auspichiamo che la visita alla nuova esposizione possa rendere vicina la memoria di questi uomini che vissero direttamente le tragiche vicende di quella lontana guerra, condotta a oltre 3.000 metri.
Accessibilità
Il Museo nasce totalmente fruibile per chi presenta disabilità motorie, infatti, a partire dalla presenza di un ampio ascensore che dal parcheggio sotto alla struttura raggiunge i due piani dell’edificio, il percorso di visita si sviluppa entro ambienti e corridoi di adeguate dimensioni e, per facilitare la visione dalla carrozzella, i beni sono esposti ad una altezza media ribassata, soluzione molto gradita anche dai bambini. E’ ovviamente presente un bagno dedicato.
Il percorso espositivo si pone quale un immaginario “viaggio” del visitatore attraverso gli elementi caratteristici della “Guerra Bianca”. Per questo i beni musealizzati sono presentati con un ordine specifico e rappresentativo delle fasi di progressiva immersione nel tema della grande guerra in alta quota. Tutto il percorso è illustrato da ampi pannelli esplicativi multilingue (italiano, inglese, tedesco) nei quali i testi scritti in colore nero su sfondo bianco rappresentano la narrazione dell’argomento esposto, mentre i testi scritti in colore bianco su sfondo nero sono parte del patrimonio storico stesso in quanto sono testimonianze scritte durante la guerra dagli uomini che la vissero in prima persona e riportate nel percorso di visita per la loro valenza e aderenza al tema trattato.
Fino al 2018 la percezione del percorso espositivo era acquisibile solamente attraverso la vista e l’impegno della lettura. Per aumentare notevolmente le possibilitàdi comprensione dei temi esposti nel Museo attraverso l’interazione (e integrazione) dei sensi dell’udito e del tatto e, soprattutto, per renderli fruibili ai visitatori ipovedenti e non vedenti, il Museo (grazie anche ad un cofinanziamento di Regione Lombardia) si è dotato di due importanti supporti di visita: un sistema di visita guidata sensibile alla posizione del visitatore e di tre postazioni tattili.
Il sistema di visita interattiva
Il sistema di visita interattiva è attualmente disponibile in tre lingue (italiano, inglese, tedesco) e si basa sulla microlocalizzazione del visitatore entro gli spazi del Museo. E’ costituito da una specifica App per smartphone (scaricabile gratuitamente alla reception) e da piccoli segnalatori (chiamati beacons) posizionati nei punti prestabiliti per fornire le informazioni sull’argomento e/o sul bene esposto. In tal modo il visitatore può muoversi liberamente nel Museo e via via si avvicina ai punti selezionati ascolta (ovviamente solo attraverso le cuffie) la narrazione dell’argomento o la descrizione del bene a cui si è avvicinato.
Gli argomenti interessati dalla presentazione attraverso il sistema di audioguida sensibile alla posizione sono 12:
Le postazioni tattili
Già in fase di progettazione dell’allestimento della nuova sede erano stati previsti tre specifici spazi da destinare a postazioni tattili al fine di illustrare anche attraverso il tatto tre degli elementi più caratteristici dell’evento “guerra bianca”. Con il progetto finanziato nel 2018 si è concretizzata tale realizzazione.
Gli oggetti esposti sono stati selezionati tra i beni presenti nei depositi del museo per la loro rappresentatività nell’ambito del tema affrontato e dal facile maneggio. Tale selezione ha, per ovvi motivi, escluso oggetti che potessero presentare un potenziale pericolo per chi li volesse maneggiare (come lame, oggetti taglienti e/o particolarmente pesanti o con meccanismi mobili che possano dare adito a involontari schiacciamenti). Per evitare cadute accidentali gli oggetti sono vincolati all’espositore tramite cavetti in acciaio.
Le tre sezioni tattili sono:
una postazione è stata predisposta con materiali inerenti il particolare tema dell’artiglieria, in essa il visitatore può prendere contatto con proietti, schegge e spolette, elementi già descritti nelle precedenti vetrine del museo, ma qui riprese per dare materiale contatto con l’acciaio, la ghisa, gli spessori delle pareti, il peso degli elementi e comprendere la forza dilaniante degli esplosivi che erano in grado di frantumare e frastagliare anche elevati spessori di metallo: una evidente forzatura per far comprendere per deduzione quanto drammatico potesse essere l’effetto sugli uomini in guerra. Sopra al banco con gli oggetti è stato predisposto un pannello esplicativo con le foto e le descrizioni multilingue degli oggetti esposti.
la seconda postazione è stata allestita all’interno della sezione dei trasporti su neve. Elemento principale è una slitta in legno con pattini in ferro: essa è costituita per il 50% da parti originali e 50% da parti nuove. Tali parti sono
nettamente riconoscibili alla vista, ma anche al tatto: il legno nuovo infatti è stato levigato (come era in origine) mentre il legno originale presenta le tipiche scabrosità date dal ritiro e dal consumo delle parti più tenere degli anelli di crescita a seguito della prolungata permanenza agli agenti atmosferici. Oltre alla slitta sono presentati altri elementi tipici del muoversi sui ghiacciai, tra cui uno spezzone di corda di canapa (materiale oggi praticamente scomparso dalla vita di ogni giorno) e un rampone da ghiaccio. Sopra al banco con gli oggetti è stato predisposto un pannello esplicativo con le foto e le descrizioni multilingue degli oggetti esposti.
La terza postazione tattile è dedicata a presentare alcuni degli oggetti tipicamente presenti in trincea e nella dotazione di combattimento del soldato come bombe a mano, un elmetto, bicchierino, vanghetta, cartucce, ecc. Oggetti diversi, ma accomunati dalla loro quotidianità nella vita del soldato della Grande Guerra. Sopra al banco con gli oggetti è stato predisposto un pannello esplicativo con le foto e le descrizioni multilingue degli oggetti esposti.
Con quanto illustrato risulta evidente l’attenzione che il Museo ha posto sul tema dell’accessibilità e della fruibilità da parte dei visitatori con disabilità, ma consapevole della grande varietà delle possibili difficoltà fisiche e non solo di coloro che vorrebbero visitare il Museo, è sempre possibile rivolgersi alla segreteria per concordare specifiche visite accompagnate.
Le attività svolte fondano il proprio rigore tecnico-scientifico sui risultati della costante attività di ricerca condotta sul campo da parte degli operatori del Museo, attività evidenziata anche da diverse pubblicazioni a carattere specialistico.
La garanzia della serietà del complesso delle attività del Museo è data dai numerosi riconoscimenti ottenuti da parte degli organi istituzionali.
Risultato dell'attività di ricerca e delle sue numerose applicazioni è il fatto che oggi il Museo svolge un ruolo trainante nello sviluppo di metodi e strumenti condivisi per la gestione dei Beni Culturali a carattere Storico-militare; metodi e strumenti tali da garantire la massima professionalità nelle attività di conservazione e valorizzazione del Patrimonio Storico.
A sostegno delle attività cui si è accennato il Museo ha a disposizione un'ampia biblioteca specializzata e un archivio cine-fotografico ove sono raccolte diverse migliaia di documenti e immagini sulla Grande Guerra in alta quota.
Uno dei principali filoni di ricerca è la definizione del sistema di catalogazione delle Armi e dei Beni Storico-militari (inizialmente scheda STM), sistema proprietario di cui il Museo detiene il copyright, che nel 2003 è stato accolto quale standard dal SIRBeC (Sistema Informativo Regionale per i Beni Culturali) della Regione Lombardia attraverso la scheda PSM (Patrimonio Storico Militare) unica nel suo genere a livello nazionale. Dal 2006 il sistema di catalogazione è stato distribuito a tutti gli enti della regione che si dedicano alla catalogazione dei beni. Il sistema, presentato tramite la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, è stato vagliato da parte dell'I.C.C.D. (Istituto Centrale di Catalogazione e Documentazione) che ha verificato la possibilità di adottarlo quale standard nazionale. Negli anni successivi si è passati alla catalogazione online attraverso SIRBeCWeb, un’immensa banca dati della cultura lombarda accessibile a tutti.
La tutela dei beni mobili che provengono dal territorio richiede una profonda conoscenza degli oggetti, dei loro materiali costituenti e delle molteplici situazioni di degrado: la complessa attività di musealizzazione procede dal monitoraggio del territorio per l'individuazione ed il recupero degli oggetti, al loro riconoscimento, inventario, studio, catalogazione e, in parallelo al loro trattamento conservativo. La prima collocazione dei beni è in ambienti di deposito dove si realizzano le migliori condizioni affinché sia possibile garantirne la sopravvivenza, a lungo termine. Soltanto in una fase successiva è possibile approfondire la conoscenza e individuare la possibilità di una collocazione all'interno del percorso espositivo.
Uno dei filoni di ricerca consiste nella definizione di linee guida e criteri tecnico scientifici per il trattamento e la conservazione delle Armi e dei Beni Storico-militari: la ricerca è sfociata nella redazione dell'ampio manuale tecnico-scientifico dal titolo "Armi e Beni Storico-militari, trattamento e conservazione - linee guida e criteri tecnico scientifici"; il manuale, ora in via di pubblicazione col sostegno del Comitato tecnico-scientifico speciale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale, è già stato accolto quale testo di riferimento dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia e dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia di Trento